VECCHIA STRADA DELLA CULMINE

Maggio – Culmine - Mezzacca

  • Difficoltà :

VECCHIA STRADA DELLA CULMINE: Percorso per Escursionisti Esperti T3+

VARIANTE DI MEZZACCA: Percorso per Escursionisti Esperti T4/T5

Indicazioni : Assenti.

Bollatura : Assente.

Traccia : Mulattiero, sentiero, assente.

  • Tempo di percorrenza : ca 6 [h] per l’anello integrale.

  • Dislivello positivo : ca 500 [m]

  • Periodo consigliato : tardo Autunno.

Percorso di ricerca, destinati a veri appassionati del genere. Selettivo e per avventurieri la variante finale (non obbligata) del ritorno da Mezzacca.

  • Disponibilità acqua : Fontanili in relazione.

  • Appoggi : Ristori al Passo.

  • Data di stesura relazione : Primi anni venti.

Il passo della Culmine di S.Pietro era, ed è tuttora, il più comodo accesso alla Val Taleggio dalla Valsassina. Ma se questo un tempo, con le sue secolari mulattiere d’accesso, era motivo di collegamento tra le due Valli e agevolatore di mire espansionistiche milanesi nella bergamasca veneta – oggi lo stesso, pur con la carrozzabile SP64, ne sancisce invece l’indissolubile incolmabile distanza. Alla “Colmine” quindi, si saliva principalmente da Maggio con una veloce ed imponente mulattiera comunale; resa progressivamente carrabile già a partire da fine ottocento e destinata infine a viabilità silvo pastorale con la costruzione, a fine anni sessanta, della Provinciale dipartente da Moggio. Ma, tra le dispersive curve sopra Maggio, necessarie a chi non riesce più a muoversi senza ruote, ancora emerge dall’abbandono l’ombra della vera “Vecchia Strada”; ennesimo scampolo di quel Passato ancora padrone del proprio presente.

Il passo della Culmine di S.Pietro era, ed è tuttora, il più comodo accesso alla Val Taleggio dalla Valsassina. Ma se questo un tempo, con le sue secolari mulattiere d’accesso, era motivo di collegamento tra le due Valli e agevolatore di mire espansionistiche milanesi nella bergamasca veneta – oggi lo stesso, pur con la carrozzabile SP64, ne sancisce invece l’indissolubile incolmabile distanza. Alla “Colmine” quindi, si saliva principalmente da Maggio con una veloce ed imponente mulattiera comunale; resa progressivamente carrabile già a partire da fine ottocento e destinata infine a viabilità silvo pastorale con la costruzione, a fine anni sessanta, della Provinciale dipartente da Moggio. Ma, tra le dispersive curve sopra Maggio, necessarie a chi non riesce più a muoversi senza ruote, ancora emerge dall’abbandono l’ombra della vera “Vecchia Strada”; ennesimo scampolo di quel Passato ancora padrone del proprio presente.

DESCRIZIONE: Partenza da Maggio, parcheggio (già molto rivelatore) del cimitero. Presa Via Dante Alighieri si prosegue lungo Via Culmine superando la Chiesa di S.Maria Nascente. Colossali castagni, brutalmente capitozzati per riuscire a contenerne la crescita in favore d’un marciapiede – squallido lui come tanti, ricordano l’antichità della Via calcata e che, presto, s’appresta ad un fontanile/piazzetta. Seguendo le indicazioni, un sorriso cela la sicurezza che la “Vecchia Strada della Culmine” indicata non sarà, almeno completamente, quella baloccata da bici e mezzi a motore.

Su rampa cementata si supera un verde dosso infilandosi nel bosco. Diventata sterrata si segue la pista serpeggiare docilmente, superando un gruppo di case isolate e pervenendo al divieto di transito per i non autorizzati a proseguire. Rasentati a monte i prativi di Piazze si procede lungamente fino a pervenire ad un’edicola votiva, dedicata a Maria bambina, annessa ad un fontanile. Ormai ad Ussola, al primo tornante della strada uno scorcio panoramico d’altri tempi sta per preludere ad un incontro assai rivelatore.

Si abbandona così, lieti, la pista uscendone tangenti ad una recinzione nei pressi di quello che sembra un largo canale di scolo. La vera Vecchia Strada è però amara da incontrare così; che sale – imboscata ed ingombra d’ogni genere di marcescenza arborea e di masserizie legate alla costruzione della nuova strada – per larga rampa diretta, nel bosco. Tornata ad esser travolta e ricalcata dalla gippabile mi lascia trasognato, quasi incredulo, su di essa mentre questa s’appresta alla Val Ferrera. Poco prima della prima lunga serie di tornanti, una traccia si distacca a monte tagliandoli signorilmente ma soccombendo umilmente in presenza della loro ruspante forza. Oltre, un tratto murato è ancora ben visibile ma poi si deve giocoforza seguire la pista fino al guado di un’anonima vallecola. Salendo lì dentro, al centro, dopo un lungo tratto dubbio di possibili tratti originali, ecco lo sporco antropico del disastro legato a tagli di bosco e a scarti di scavo. Perseverando lì dentro nell’umiltà più assoluta, ecco finalmente assistere all’emergere dal sottobosco d’un largo rampone di Vecchia Strada sorretto da muro a secco. Infilatosi in un ingombrato (scellerata mano d’uomo!) tratto incassato, questi lo guida fino a rasentare la severa Valle Ferrera su magnifico poetico traverso.

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Percorrendolo commossi, prestando attenzione ad alcuni tratti franati ed un poco esposti, per ampi tornanti eccolo salire poi fino ai prati delle perdute Cascine della Colmine. Quale ignobile solco dietro ad un capanno di caccia, eccola mostrare una punta d’orgoglio nel residuato mozzicone di rustico selciato! Infine, però di nuovo ingombrata, sporcata, interrotta, disonorata, su fino all’anonimo suo confluire sulla pista diretta alla Culmine.
Ed ora, che fare? Riconfermato che la Storia – e non tanto in quanto tale, ma come portatrice sana d’identità ed affezione – è solo una cloaca per l’oggi, devo trovarle un posto per onorare la memoria sua – la memoria di questo secolare tracciato. Sì, bene; ma dove? Messo mano alle mappe del Regno Lombardo Veneto trovo subito il posto giusto per Lei, oltre la cinquecentesca chiesa di S.Pietro e Paolo nata su fortificazioni e sacelli ancora più antichi.

Ed ora, qui su questo anonimo fazzoletto di spoglia Terra, riapro lo smantellato cimitero distaccato della Colmine per un’ultima straziante sepoltura. Grande la commozione tra i presenti, felici d’esser vivi – pellegrini del tempo in cerca di Verità e Bellezza.

 

 

SUGGERIMENTI PER IL RITORNO : Oltre alla Vecchia Strada, viabilità principale dei tempi antichi, un’altra Via giungeva alla Culmine, ma da Mezzacca. Quindi, giunti a Cancedo, sull’asfalto della Provinciale, giù liberamente per prati fino ad una grossa stalla con cascinale disposto su tre piani. Seguendone la pista di servizio, si passa dalla Val di Spazzada per giungere nuovamente al butume che si segue fino alla piazzola dell’elicottero. Per sentiero scassato si scende fino ad una vallecola (posta prima di una costa di prato) che si segue per traccia a tornanti. Dopo ampio e buon traverso verso sinistra, su d’una costa, tornanti e volte menano fino alla più bassa delle Cascine Combalino.

Per linea boscata e occhio di prato con capanno, la traccia si fa importante mulattiera; trincerata in ampie curve giunge fino a guadare la Val di Fronisella. Per bel traverso, tra i prativi e le baite di Stabbia, su pista si arriva a Mezzacca.
Qui, due possibilità di proseguo. La prima (indicazioni), per il ponte di Mezzacca si torna ad Ussola oppure, pericolosamnete, si attraversa lo sconclusionato longilineo nucleo di Mezzacca fino al suo cimitero – terzo ed ultimo di giornata – poeticamente posto di fronte ad un prato aperto sulle Grigne.

Attraversata la radura, si scende fino al bosco dove, nei pressi di un’abbandonata conduttura si supera una macchia di rovi infilandosi in una fatiscente ma ancor maestosa selva di castagne. Tenendo ben curate le rade volte, stando obbligatoriamente sulla costa centrale, si assiste ad un impennarsi dei morbidi boschi laterali. Curve preziose di antichi sapienti tornanti portano a superare un verticale risalto (passaggio obbligato, esposto) e, sempre con esse si scende sempre più morbidamente fino alla confluenza di due spumeggianti torrenti, la Valle di Mezzacca e Val Ferrera, che uniti formano la Pioverna Orientale.
Guadato verso destra dove possibile, uno stralunato rudere prelude al ponte pedonale che mi deposita a Piazze e poi sulla Vecchia, ormai cara, Strada della Colmine.

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APPROFONDIMENTI

RIFERIMENTI BIBLIO/CARTOGRAFICI :

  • Mappe del Regno Lombardo-Veneto

 

 

 

Tutti i diritti riservati. Ogni contenuto è originale e di esclusiva proprietà  MNR – Negri “Manara” Raffaele

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