VAL DE CORNA - PIASNA DAL PRA DELLA GESA
Località “Pra della Gesa” in Ballabio – Baita della Piasna
Difficoltà : Percorso per Escursionisti Esperti T4/T5
Indicazioni : Assenti.
Bollatura : Bolli rossi fino all’incontro con il “sentiero dei tralicci” – Oltre assenti.
Traccia : Sentiero a traccia labile, per lunghi difficili tratti assente.
Tempo di salita : ca 2,5 [h]
Dislivello positivo : ca 400 [m]
Periodo consigliato : Inverno.
Itinerario per esperti Avventurieri amanti delle rivelazioni. Navigazione difficile; aiutata, solo nella metà inferiore, dalla bollatura d’accesso ai tralicci (attenzione però alle molte deviazioni morte). Terreno a tratti esposto; da avvicinare quanto possibile asciutto e con buona visibilità. Ritorno consigliato dalla Piasna per l’omonima Via – da conoscersi in anticipo. Zecche, ovunque e comunque.
Disponibilità acqua : Nessuna.
Appoggi : Nessuno.
Data di stesura relazione : Primi anni venti.
La località “Pra della Gesa”, distaccato agglomerato di costruzioni a nord di Ballabio, è oggi associato all’omonimo agriturismo sulla Provinciale la cui originaria conformazione era di quattro antichi edici rurali disposti a mo di croce sul verde della Piana di Balisio. Il toponimo allude ad una proprietà ecclesiastica o alla presenza d'un antico luogo di culto? Da tale allusa sacralità una strada si stacca diretta verso la tangibile santità di ciò che è selvaggio. Lasciamo le congetture e per approdare alla solida realtà della verità!
La località “Pra della Gesa”, distaccato agglomerato di costruzioni a nord di Ballabio, è oggi associato all’omonimo agriturismo sulla Provinciale la cui originaria conformazione era di quattro antichi edici rurali disposti a mo di croce sul verde della Piana di Balisio. Il toponimo allude ad una proprietà ecclesiastica o alla presenza d'un antico luogo di culto? Da tale allusa sacralità una strada si stacca diretta verso la tangibile santità di ciò che è selvaggio. Lasciamo le congetture e per approdare alla solida realtà della verità!
DESCRIZIONE: Partenza da Ballabio, parcheggio di Via Europa. Camminando lungo la Provinciale in direzione Valsassina superare la Cappella del Cinturino sotto il guardo vigile ed arcigno dello Zucco di Piasna.
Entrare nella via dell’isola ecologica comunale e delle Casere del Vento fino al suo fondo chiuso. Una pista ciclabile, ostacolata da transenne e stanghe mostra cartelli di divieto e di chiusura. Che inizio memorabile!
Procedo su asfalto affiancato da una rete interrotta presto ad un cancelletto di servizio per raggiungere la falesia “muro del Butch” sita nell’ombrosa rigettante Val di Corna.
Sono in località Pra della Gesa e, superato l’alveo di tale vallaccia, proprio dietro alla confusa operosità dell’omonimo agriturismo, una nuova dilaniata apertura nella rete invita a salire con i suoi ridenti sbreghi rossi. Una rustica gradinata accompagna verso sinistra per voltare dopo pochi metri a destra. Per breve strappetto rimonto su una cengia dove rade volte portano a risalire un intaglio trasversale alla costa che mena a ridosso del vuoto prospicente al possente contrafforto roccioso che domina la scena. Su dorsalina salgo verso la verticalità della parete scovando una doppia commovente cengia/tornante con gradini di sasso ben impostati.
Su pendio aperto la traccia devia a sinistra su umile scaletta che porta ai piedi d’un gendarme roccioso; silente sentinella posta al termine della scala di Val di Corna. Aggirandolo ossequioso ritorno a traversare a sinistra e a salire sull’aperto pendio per ampi benimpostati tornanti. Sono sul sentiero dei tralicci, alla sella dello sperone roccioso dove le due linee dell’alta tensione si incrociano. Alte oscure torri d’incubo irridono dalla loro possente Bellezza le fragili strutture reticolari d’acciaio portatrici di scempio e di crepitante vitale elettricità.
Finalmente senza più bolli torno a salire. Per vago sentore di traccia salgo verso uno speroncino con gradini artificiali di sasso alla sua base. La Via si rinfranca traversando ora a destra una vallecola minore (muretto a secco) salendo con un paio di tornanti nella faggeta un poco più a monte.
Per intagli naturali e canalini rimonto la tormentata rocciosa costa principale contesa tra l’ormai lontana Valle di Corna a destra e l’ombrosa repulsività della Val del Seccatore a sinistra. Sbiadite svolte e radi intelligenti sassi ben disposti fan salire velocemente fino ad uno spoglio poggio dove ormai per chiara dorsale sbarco su d’un ampio ajale ben strutturato.
Tenendo a destra su larga imboscata traccia traverso a destra e, superato un palorcio, spunto quasi magicamente allo spiazzo sotto roccia di Via Piasna; all’inizio della risalita del canalone della roccia a canne d’organo.
Mi viene da sorridere ora al pensiero di quella piana pista ciclabile; costruita a ridosso del Due Mani e subito chiusa a tempo indeterminato per manifesta pericolosità. Meglio lasciarla al suo squallore e alla tristezza di questi tempi. Io ho scelto una ripida scala senza tempo, che è sopravvissuta al suo tempo.
L’eternità promessa suggerita al Pra della Gesa è già presente.
Sö’l munt de DuMan l’ncoo l’è già duman!
(Sul monte DueMani l’oggi è già domani!)
VIE DI FUGA : Sentiero dei tralicci a mezza via.
SUGGERIMENTI PER LA DISCESA : La Serta o la Piasna.
APPROFONDIMENTI
RIFERIMENTI CARTOGRAFICI :
- Carta 1:20000 – Gruppo delle Grigne
Itinerario riportato correttamente ma diretto fino alla Foppa (la cosa è insensata anche se non impossibile) Baita Piasna assente.
- Carta IGM
Baita Piasna indicata. Nessuna via di risalita dalla Val de Corna.
- CTR
Toponimo Val de Corna, traccia segnata (fantasiosamente) e diretta anch’essa fino alla Foppa.
Tutti i diritti riservati. Ogni contenuto è originale e di esclusiva proprietà MNR – Negri “Manara” Raffaele
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