SENTEER DI PEGOR - DA STAVELLO A TAEC
Premana – Fraina – Salavar - Bocchetta di Stavello – Bareck diTaec
Difficoltà : Percorso per Escursionisti esperti T6
Indicazioni : Assenti.
Bollatura : Assente.
Traccia : Labile sentiero – Assente.
Tempo di percorrenza : ca 6/7 [h] per il Bareck de Taec.
Dislivello positivo : ca 1300 [m]
Periodo consigliato : Tardo autunno.
Difficoltà ai massimi livelli su tutti i fronti per un itinerario da autentici Avventurieri. Isolamento opprimente – Navigazione obbligata e selettiva – Orografia complicata e priva di punti di riferimento – Terreno esposto, faticoso – Lunghissimo sviluppo. In breve, da affrontarsi solo nelle migliori condizioni (soprattutto personali) possibili.
Disponibilità acqua : Fraina – Bocchetta di Stavello.
Appoggi : Nessuno.
Data di stesura relazione : Primi anni venti.
Nell’olimpo del perduto, sullo scranno più alto di Premana, siede uno spaventoso sentiero di pastori d’ovini. Di quegli uomini, relegati coi loro bestiali armenti tra le più inaccessibili muraglie di fieno selvatico, resta solo una Via; un onirico filo steso sulla tre quarti del fianco meridionale della Corona Orobica. Ieri, un lungo salvifico passaggio obbligato tra le spume di roccia del verticale grinzoso oceano di sciarnioon del Rodont - oggi, pure. Un viaggio inarrivabile, nella sua lontananza assoluta, a tutto ciò che è falso.
Nell’olimpo del perduto, sullo scranno più alto di Premana, siede uno spaventoso sentiero di pastori d’ovini. Di quegli uomini, relegati coi loro bestiali armenti tra le più inaccessibili muraglie di fieno selvatico, resta solo una Via; un onirico filo steso sulla tre quarti del fianco meridionale della Corona Orobica. Ieri, un lungo salvifico passaggio obbligato tra le spume di roccia del verticale grinzoso oceano di sciarnioon del Rodont - oggi, pure. Un viaggio inarrivabile, nella sua lontananza assoluta, a tutto ciò che è falso.
DESCRIZIONE: Partenza da Premana. Libera la scelta di dove parcheggiare per raggiungere l’Alpe Fraina posta alla testata della sua Omonima Valle. Presi a salire verso la Bocchetta di Stavello lungo le infinite curve della Strada militare del Cadorna si supera la Baita Salavaar ed il Baitel del Moroseer. Gli occhi non osano frugare sulle pendici del Monte Rotondo mentre dopo un’eternità giungono alla Bocchetta di Stavello. Qui, inizio e fine dol Senteer di Pegor.
Dalla Bocchetta di Stavello una traccia per impostare un’altezza di azimut nei sette mari del Rodont c’è. Ecco quindi una scaletta di zolle portare al largo inerbato cammino che, in piano, dopo un promettente buon inizio si fa subito incerto e molto traballante.
Dopo alcuni micro smottamenti si perde quasi del tutto lasciandomi in balia della scheletrica immagine della Baita dol Rodont (d’un buon centinaio di metri di dislivello sotto di me) che, se le vecchie carte militari non mi tradiscono, dovrebbe essere precedente alla Grande Guerra ed alla Strada Militare che vedo stagliarsi dietro di lei.
Ora, al limitare della spalla sud del Rodont non si capisce bene dove traversare ma, alto sopra scaglie di roccia aperte sul vuoto, si trova un largo slavatissimo sedime da seguire con fede. Di nuovo traccia ben poco più che appena visibile, in traverso supera “tranquillamente” un primo bifido bonario rivo buttando al di sopra d’una selletta. Mai apertura ho trovato più spudorata sulla follia di quella goduta da qui; una tempesta cacofonica di austeri immoti marosi dove rimanere sbigottito nel riconoscere una tracciolina di passi ballare vorticosamente con essa.
Ecco infatti, subito, una passerella di roccia intagliata larga non più d’un paio di spanne, aperta in discesa su d’un budello di vuoto (Valle de Casgnaduur). Oltre un ripido pendio piallato dalle slavine ed aperto sullo stesso orrore, la traccia si rinfranca verso una stretta rampetta ascendente oltre alla quale, girato l’angolo d’una costa, apre ad una espostissima cengia che schiude al verticale sfuggente Pra dol Rodont. Da un contrafforte, si scende su macchia franata e per ampi ripidi prativi si scende alle erbose sboccate a piombo su d’un cannello di roccia – uno degli innumerevoli canali sommitali della Val da Leen.
Per passi di roccia rotta (ad hoc), si scende al greto dove si traversa (molto esposto) su d’un intaglio di roccia gradinato artificialmente. Per pendio aperto si risale un nuovo verde sperone scendendo al piede d’una bastionata rocciosa. Superata una “V” di due canali incidenti si scova una breve stretta cengia con passi realizzati su roccia per valicare un “facile” canale. Ecco il roccione d’inizio/fine via che dà il là ad un’ampia traccia subito però tornata sequenza di traballanti passi su ripide pendenze striate di placche sapientemente valicate nelle uniche zone deboli o indebolite (passi ed intagli).
E così, provato e turbato, mi scopro alla Costa a me familiare (quella delle Pianche Fiuride e del Sas de Busen) ma ad un’altezza insolita; a picco sopra al Bareck de Taec.
Una svolta taglia la dorsale invitando a scendere verso la Val Marmino per traverso su placca di roccia prendendo così una costa che si ridiscende per tornate sparite contro un tozzo elevamento della stessa. Come a continuare a serpeggiare, si torna sulla verticalità del primo aggiramento trovandovi un lungo traverso verso nord che tra i rododendri porta ad una traccia che, incisa sulla costa erbosa a monte del Bareck, porta a delle placche in cui tubi della vecchia fonte del bivacco marciscono al sole e alle intemperie.
Sono arrivato. Lo struggente belato delle capre è incredibilmente umano da qui; simile al grido d’allarme del camoscio.
VIE DI FUGA : Assenti.
SUGGERIMENTI PER IL RITORNO : Dal Bareck a Taec e da lì ai Sasorc dalla Via di carico – ovvero da quella Val di Busen segnata con il Bianco/Rosso dell’Alta Via della Valsassina.
OSSERVAZIONI : La Bocchetta di Stavello è più felicemente raggiungibile dalla Val di Pai con partenza in Laveggiolo. Questo però impone il ritorno dalla lunga (e mai banale) Alta Via della Valsassina presa risalendo la Bocchetta di Taeggio dal suo Bareck.
APPROFONDIMENTI
RIFERIMENTI CARTOGRAFICI :
Carta CTR
Zona rappresentata correttamente. Traccia compresa. Per quello che può essere utile una cartina nelle desolate lande del sapore di ferro in bocca.
Tutti i diritti riservati. Ogni contenuto è originale e di esclusiva proprietà MNR – Negri “Manara” Raffaele
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