PIZZO ALTO - VIA CAMINO
Premana – Premaniga – Pizzo Alto
Difficoltà : Percorso per Escursionisti Esperti T4/T5
Indicazioni : Singolo Cartello al fontanino delle Acque Torbole
Bollatura : Bianco e Rosso.
Traccia : Assente.
Tempo di percorrenza : ca 5 [h]
Dislivello positivo : ca 1500 [m]
Periodo consigliato : Da primavera ad autunno.
Itinerario per avventurieri. La presenza della traballante bollatura (spensierati i tempi in cui si potevano segnare certi itinerari, sconsiderata la recente malfatta rimarcatura; tra l’altro, dubbi postumi in loco a riguardo?) non induca a pensarlo in ottica di gita. Avventura è e di avventura si tratta, sia pur smorzata nella ricerca della via grazie ai segnavia: assenza di traccia, ambientazione austera e selettiva ne fanno della Via Camino un itinerario molto impegnativo, esposto e pericoloso.
Assolutamente infattibile in discesa, con terreno anche solo umido o con condizioni di visibilità non ottimali. “Fate esame di coscienza”.
Disponibilità acqua : Premaniga.
Appoggi : Ristoro a Premaniga.
Data di stesura relazione : Primi anni venti.
Tra le rigettanti grinze della parete meridionale del Pizzo Alto, osceni verticali budelli di roccia e paglioni confluenti nella Val di Premaniga, sale la Via Camino – vera direttissima alla cima. Distaccandosi infatti dal Senteer di Pegor (sentiero di pecore), come a voler ricercare quelle mancanti all’appello, essa sale vertiginosamente lungo una fortuita serie di debolezze naturali fino ai pendii del Cortese solcati dall’Alta Via. Noi con Lei; siam pronti ad abbandonare il gregge dietro alla singola pecorella che si è smarrita?
Tra le rigettanti grinze della parete meridionale del Pizzo Alto, osceni verticali budelli di roccia e paglioni confluenti nella Val di Premaniga, sale la Via Camino – vera direttissima alla cima. Distaccandosi infatti dal Senteer di Pegor (sentiero di pecore), come a voler ricercare quelle mancanti all’appello, essa sale vertiginosamente lungo una fortuita serie di debolezze naturali fino ai pendii del Cortese solcati dall’Alta Via. Noi con Lei; siam pronti ad abbandonare il gregge dietro alla singola pecorella che si è smarrita?
DESCRIZIONE: Partenza da Premana, parcheggio in fondo a Via Risorgimento. Imboccata presto Via Martiri una scalinata di cemento consente di lasciare quella che ora è diventata la pista di servizio degli alpeggi per dirigersi verso la storica rete di mulattiere. Superato il ponticello della frazione di Creghencighe, al vicino bivio si tiene la sinistra e si riattraversa la pista. Sull’altra sponda la selciata mulattiera, con i suoi commoventi muretti a secco, conduce superbamente e maternamente a Premaniga. Su di essa Pezzaprà stupisce per l’ariosa e pittoresca disposizione delle sue baite. L’arroccata Descol la sfida con il suo accentramento serrato ed una vista mozzafiato. L’amenità dell’ambientazione è sempre incantevole e trasognata ma è a Premaniga che l’aguzzo imponente scudo del Piz’Olt ridona prospettiva e dimensione all’errare sulle sue falde.
Puntando all’alta e snella croce lignea dell’abitato si sale verso la brughiera lungo la direzione suggerita per il Pizzo Alto. Tra ginestre e erba la traccia sembra un poco perdersi ma subito si rinfranca nel primo canale detto di Vallarghe. Per pianoro aperto tra le betulle si supera il Canale delle Acque Torbole rimontando alcune placche e rughe rocciose. Per cammino erto e scostante, non rotto da tornanti, si snocciolano affaticanti passi fino incrociare un marcato traverso su cui la salita s’interrompe. Prendendo a destra si perviene in breve all’isolata freschissima sorgente delle Acque Torbole il cui potere dissetante a nulla potrà contro la secchezza delle fauci nata dal cercare di immaginare il percorso e le difficoltà della Via Camino al Pizzo Alto.
In piano, senza traccia apparente ma in realtà su sentiero molto antico e slavato, si supera il Canal di Albaree e, rimontando liberamente la successiva costa, si avvicina l’alto trittico della Val di Premaniga. Il ramo centrale, raggiunto a ridosso d’un grosso masso (bollo e scritta “Attenzione alle pietre”) impone alcuni delicati passi per uscirne; quasi il riscaldamento per l’ultimo e più orientale di essi. Infatti, un esposto traverso di paglioni sospesi su umidi e verticali anfratti, apre al guado e poi ad una viscida placca prima d’un impressionante cengia stagliata contro cielo e contro Grigne.
Una freccia di vernice invita al termine ad abbandonare ogni sentore di traccia per la ripida dorsale erbosa della Cresta Meridionale della Cima di Cortese. Su verticalità che impongono a tratti il saldo afferrare con le mani la pungente erba olina si arriva ad appoggiarsi sulla destra idrografica del vicino Canal de la Fope Grande dove un curioso roccione, dall’oscura sagoma facciale con naso aquilino, riporta l’inutile ed inquietante scritta a vernice “fate esame di coscienza”.
A monte del sasso infatti, quasi a rimarcare l’avviso appena ricevuto, un lungo esposto traverso ascendente su paglioni chiude (quasi obbligatoriamente) la strada alle spalle ad un possibile ritorno sui propri passi. L’inquietudine viene smorzata presto nell’azione dell’attaccare il ripido ma facile verde colatoio del Camino; stregati e ipnotizzati da un magnetico roccione al suo termine, dalla regolare sagoma pentagonale stagliata contro cielo.
Con brevi facili passaggi di arrampicata su roccette (I) se ne raggiunge la spalla a monte scoprendola una verde sella sospesa, il poggiolo di un’altalena d’inebrianti precarietà.
Un trittico di verdi ondulazioni erbose va adesso delicatamente attraversato per raggiungere il sicuro fondo del Canal di Fope Grande (masso con scritta Julier Pass(?) su breve passo di roccia). Risalendolo su placche e sfasciumi lo si abbandona in cerca di bolli per prativi sulla destra, lungo la dorsale in sinistra idrografica.
Infine, una lunga cengia erbosa, permetterà così di ritrovare l’Alta Via proveniente dai laghi di Deleguaggio la cui lieta compagnia agevolerà la salita fino in cima.
In vetta, finalmente, la mente però cade. La sento tornare a quell’ardito selvaggio canino e allo strappo, al gusto, del brandello di vita assaporato. Via Canino, appunto.
VIE DI FUGA : Assenti.
SUGGERIMENTI PER LA DISCESA : Alta Via della Valsassina.
APPROFONDIMENTI
RIFERIMENTI CARTOGRAFICI :
- Carta 1:35000 “GRIGNE – RESEGONE – CAMPELLI – TRE SIGNORI – LEGNONE”
Tratto puntinato ( da traccia di sentiero) e nella colorazione da itinerario “non consigliato”.
Tutti i diritti riservati. Ogni contenuto è originale e di esclusiva proprietà MNR – Negri “Manara” Raffaele
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