PERIPLO DI MAESIMO

Culmine di S.Pietro – Baitel del Lozz - Maesem

  • Difficoltà : Percorso per Escursionisti Esperti T4+

Indicazioni : Assenti.

Bollatura : Radi e scostanti bolli gialli; assenti nel lungo tratto centrale chiave.

Traccia : Mulattiera, sentiero, assente.

  • Tempo di percorrenza : ca 3,5 [h] per Maesem

  • Dislivello positivo : ca 600 [m]

  • Periodo consigliato : Tardo autunno, Primavera.

Itinerario destinato ad escursionisti esperti in aria d’avventura. Terreno da non sottovalutare, a tratti ripido ed a monte della frequentata pista di servizio di Artavaggio dipartente dalla SP64.

  • Disponibilità acqua : Nessuna.

  • Appoggi : Nessuno.

  • Data di stesura relazione : Primi anni venti.

Lo Zucco di Maesimo (Maesem) è la tozza e rugosa elevazione che, con la sua spalla sud occidentale, rinserra la Valsassina alla Culmine di San Pietro sorreggendo al contempo i Piani di Artavaggio a meridione. Percorso per cresta o aggirato sulla Bergamasca, è raramente meta ultima di gite; quasi che esso fosse solo un divertente intermezzo per accorciare il tedioso sviluppo della Pista di servizio d’Artavaggio prima del tratto obbligato su di essa per i rifugi. Discosto da tutto ciò, sulle sue tormentate pendici occidentali e settentrionali, corre però anche una dimenticata via di carbonai che lo cinge dalla cresta SO fino alla Casera che ne dà il nome. Un sentiero tortuoso per prender tempo e, grazie a ciò, riappropriarsi, con un affettuoso simbolico abbraccio, di un mondo attraversato troppo spesso di fretta.

Lo Zucco di Maesimo (Maesem) è la tozza e rugosa elevazione che, con la sua spalla sud occidentale, rinserra la Valsassina alla Culmine di San Pietro sorreggendo al contempo i Piani di Artavaggio a meridione. Percorso per cresta o aggirato sulla Bergamasca, è raramente meta ultima di gite; quasi che esso fosse solo un divertente intermezzo per accorciare il tedioso sviluppo della Pista di servizio d’Artavaggio prima del tratto obbligato su di essa per i rifugi. Discosto da tutto ciò, sulle sue tormentate pendici occidentali e settentrionali, corre però anche una dimenticata via di carbonai che lo cinge dalla cresta SO fino alla Casera che ne dà il nome. Un sentiero tortuoso per prender tempo e, grazie a ciò, riappropriarsi, con un affettuoso simbolico abbraccio, di un mondo attraversato troppo spesso di fretta.

DESCRIZIONE: Partenza dalla Culmine di San Pietro. Seguendo il sentiero n°730, vecchia estiva per Maesimo/Artavaggio dal Passo, si superano i ruderi della Baita delle Capre e si sfila ad oriente la Q.ta 1350 [IGM] pervenendo alla bocca della Val di Spazzada; in caduta questa verso la Val Ferrera. Per panoramico percorso di cresta, si rimonta lo Zucco della Mersa discendendo alla larga sella che lo divide dal tormentato contrafforte dello Zucco di Maesimo. E’ ora di allungare la strada per Maesem.

Sulla sinistra, nella fitta abetaia, un lugubre rustico baitello (detto del Lozz) mostra, dopo il recupero, posticci segni di frettolosa vita di passaggio. Alla sua altezza, verso nord nella più naturale faggeta, una traccia parte in piano orlata di sbreghi gialli. Su percorso saldo ed armonico, cadenzato dall’irruenza qua e là della vegetazione ed allietato da ampie aperture vista Grigne, esso circumnaviga l’alta testata della Valle di Pensicei (Penscei su IGM) dal nome delle omonime Baite sotto la pista di servizio valsassinese per Artavaggio. Superata una spoglia vallecola, la traccia cade su d’un ajale degradando al piede di un’erbosa costa sospesa sopra percettibile salto ed aggirata la quale si è su nuova piazzola di carbonai.
I radi e stinti bolli qui, per buona traccia penetrano la faggeta degradando su pittoresche coste minori e conche disseminate di massi fino alla pista sterrata. Invece, salendo stinte serpentine che s’incuneano a sinistra del cornello che sovrasta l’ajale, si esce sul fianco erboso d’una ripida costa segnata da rotte torri e misteriosi barbigli di roccia.

1_FIL

Preso il filo sotto ad un risalto, una franato esposto passaggio mi deposita su nuova traccia dimenticata al piede d’un tetto. In piano, si procede per nuovo ajale fino ad una costa minore riconoscibile dall’ampio occhio di ripido prato a valle. Valicatola, un nuovo ajale spinge a scendere sfiorando la base di alcuni speroni di roccia affioranti dal pendio fino ad una faggeta pura, più larga ed appoggiata, sotto a quell’evidente spalla occidentale dello Zucco di Maesimo che divide la valle di Bongio da quella di Pensicei.
Raggiuntala, nuove larghe pennellate gialle invitano a proseguire il periplo con una lunga diagonale leggermente ascendente sotto i risalti di Q.ta 1614 [IGM] della parete nord dello Zucco di Maesimo.

2_FIL

Due serie da due di tornanti portano ad una zona di freschi tagli. Una cacofonia di oppressivi arbusti, rami a terra e micro smottamenti porta ad uscire sulla dolce Q.ta 1551 [IGM] della spalla nord dello Zucco, ormai in vista del suo dolce Maesem.

Oggi (ma davvero solo oggi?) la vita è un ossimoro. Come quando il girarci attorno è andare dritti al punto.

VIE DI FUGA: La traccia bollata è l’unica uscita consigliabile.
OSSERVAZIONI: Il Baitello del Lozz, IGM alla mano, sarebbe raggiungibile anche dalla mulattiera della Valle di Bordesiglio. Se un sentiero c’era è sparito tra le pieghe del tempo e tra le infinite tracce di selvatici nel paglione.
SUGGERIMENTI PER IL RITORNO: Estiva o Invernale? Periplo per periplo la seconda.

APPROFONDIMENTI

RIFERIMENTI CARTOGRAFICI :

  • Mappe ottocentesche del regno Lombardo Veneto – Carta IGM 1:25000
Zona rappresentata correttamente.

Tutti i diritti riservati. Ogni contenuto è originale e di esclusiva proprietà  MNR – Negri “Manara” Raffaele

Tutti i diritti riservati.

Ogni contenuto è originale e di esclusiva proprietà  MNR – Negri “Manara” Raffaele