PASSO DEL SOLIVO - SENTIERO VENDUI OLT

Baiedo – Pian di Nava – Rifugio Riva – Passo Solivo

    • Difficoltà :
     

    Fino al rifugio Riva : Percorso Escursionistico T2

    Indicazioni : Chiare ed evidenti;

    Bollatura : datata;

    Traccia : Pista gippabile sterrata/cementata;

    Fino alla deviazione : Percorso Escursionistico T3

    Indicazioni : Chiare ed evidenti;

    Bollatura : datata;

    Traccia : sentiero;

    Tratto finale : Percorso per Escursionisti Esperti T5

    Indicazioni : Assenti;

    Bollatura : Praticamente assente;

    Traccia : Labile – assente;

    • Tempo di salita : ca 3.5 [h]
    • Dislivello positivo : ca 1000 [m]
    • Periodo consigliato : Fine estate – Inizio Autunno
     

    Lo stesso toponimo “ Vendui Olt” (valanghe alte) allude esplicitamente ai pericoli oggettivi di questo itinerario soggetto a valanghe e scariche di sassi dalla soprastante Parete Fasana. I grossi accumuli di neve presenti comunque fino a tarda estate possono rendere ancora più difficoltosa la ripetizione. Avvicinare tale sentiero doverosamente preparati e solo con certe previsioni di bel tempo e buona visibilità; in condizioni di prolungata stabilità meteo per lasciar tempo alla Fasana di assestarsi.

    • Disponibilità acqua : Nel centro storico di Baiedo.
    • Appoggi : Rifugio Riva.
    • Data di stesura relazione: Primi anni venti.

La Grigna è contraddizione. E’ così facile pensarla docile, tirandola verso la città facendole subire una frequentazione ossessiva e una chiassosa ressa; ma lei è regina! Guerriera bella e senz’amore! Sempre pronta a rinnovare la leggenda per ogni cavalier che vorrà offrirle il cuore. Questo magnifico e solitario itinerario d’introspezione si snoda in un’ambientazione tanto austera quanto grandiosa. Il pretesto perfetto per avvicinarla preparati e devoti, e nel silenzio poter sentir riecheggiare dentro di sé lo sgorgare profondo di una primigenia risata; perché, da sempre: “la Regina la grigna!”

La Grigna è contraddizione. E’ così facile pensarla docile, tirandola verso la città facendole subire una frequentazione ossessiva e una chiassosa ressa; ma lei è regina! Guerriera bella e senz’amore! Sempre pronta a rinnovare la leggenda per ogni cavalier che vorrà offrirle il cuore. Questo magnifico e solitario itinerario d’introspezione si snoda in un’ambientazione tanto austera quanto grandiosa. Il pretesto perfetto per avvicinarla preparati e devoti, e nel silenzio poter sentir riecheggiare dentro di sé lo sgorgare profondo di una primigenia risata; perché, da sempre: “la Regina la grigna!”

DESCRIZIONE : Partenza dalla frazione Baiedo di Pasturo (parcheggio). Seguire le numerose indicazioni per il Pian di Nava e il rifugio Riva fino ad incontrare la pista cementata di servizio a queste località. Seguirla fedelmente attraverso numerosi ripidi tornati fino al ridente Pian di Nava; una dolce e civile distesa di prati ben curati e cascine ben tenute, alcune delle quali, ben in vista dalla carrareccia, mostrano compiaciute leziosi giardini. Solo l’arcigna mole del Pizzo della Pieve, che occhieggia defilato dai morbidi profili dello Zucco dei Falò, sembra osteggiare tanta amenità. Su di esso si focalizza però immediatamente lo sguardo, come a voler subito stemperare tanta seducente facilità, nel vano tentativo di voler ridimensionare l’imminente ed aspro contrappasso che dovrà subire chi, da qui, è diretto al Passo Solivo dal perduto sentiero dei Vendui Olt. In breve, al cospetto di tanta presenza, si giunge al rifugio Riva.

Seguire le indicazioni per il Passo della Stanga e dello Zapel; percorrendo il boscoso sentiero del Sencc, raggiungere la località Pra del Giarch. Qui, un tempo, un vecchio cartello del CAI, furiosamente impallinato da una fucilata ben piazzata ed ora giustamente rimosso, indicava San Calimero – Vendui Olt. Poco prima di dov’era quel vecchio cartello, presso il limitare del bosco, un’antica e flebile traccia conduce, con stretti tornati, nel cuore della faggeta.

Ben presto i faggi lasciano spazio ai pini mughi e, con essi, arriva anche una maggiore visuale sulla aggettante Parte Fasana che sembra sovrastare ogni cosa tutt’intorno. In corrispondenza di un roccioso canalone attraversare decisamente verso destra bordeggiando lingue di neve residua fino a raggiungere un costolone detritico dominato dalla selvaggia presenza del Dente.

Rimontare ripidamente per questo fino alle rocce della parete Fasana. Traversare decisamente verso sinistra entrando nella grotta ben in vista che forma la testata del canalone e del nevaio appena risalito. Accompagnati da stillicidio, raggiungere tramite brevi passaggi su roccia detritica e fradicia una larga cengia, che in leggera salita, attraversa tutta la parete.

Costeggiare lungamente le rocce basali della Parete Fasana in lento traverso facendosi faticosamente largo tra l’opprimente vegetazione arbustiva e senza una vera e propria traccia da seguire; infatti, se fino a questo punto si è potuto contare su qualche sporadico bollo e su di una labile traccia, da qui in poi la navigazione si fa invero incerta ed istintiva. Dopo vari delicati saliscendi si perviene ad una più marcata ed angosciante gola, dall’esplicativo nome di Canale Scuro. Questa si raggiunge e si attraversa ormai di nuovo inghiottiti dall’oscurità degli ultimi lembi di un bosco che, dalla Valsassina, sale fino a qui.

Aiutati solo da vecchi segni di passaggio, individuare una evanescente scia fangosa per la ripida salita del versante opposto del Canale Scuro verso il Pizzo Solivo. Questa si sviluppa tutta a sinistra, quasi a precipizio sopra la verticale fascia rocciosa, ormai fuori dal dominio del bosco.

Giunti presso la selletta sommitale, virare decisamente e contro-intuitivamente verso destra, dirigendosi verso la Parete Fasana. Aggirato un poco marcato spuntone roccioso raggiungere una costa erbosa. Qui, circa alla stessa altezza del Passo Solivo che già si accarezza con lo sguardo, ricercare un altro brandello perduto di sentiero che con costante discesa consente di solcare il Canale di Baring; l’ultimo di una lunga traversata. La risalita dell’opposto versante si sviluppa in un ambiente non dissimile a quanto visto fino ad ora finché, improvvisamente, il sentiero torna evidente, ed in piano ci accompagna al liberatorio largo e verde spiazzo del Passo del Solivo.

Qui un cartello, non ancora né divelto né impallinato, da’ indicazioni per il rifugio Riva nella direzione da cui si proviene. L’occhio, che stenta ancora ad accettare il sollievo dato dalla vista dei morbidi pascoli dell’Alpe PraBello, già viene attratto dalla sinuosa spina, aerea ed esposta, della cresta Est del Pizzo della Pieve.

Ma questa, ovvero la Via del Corno Buco per il Grignone, è un’altra storia.

VIE DI FUGA :  Non necessarie fino al rifugio Riva. Non presenti oltrepassato il varco.

SUGGERIMENTI PER LA DISCESA : L’itinerario appena descritto, oggettivamente pericoloso ed individuabile a stento, può risultare ancora più difficile se percorso in senso inverso. La discesa può essere comodamente effettuata raggiungendo prima la vicina rotonda cima dello Zucco dei Falò e poi, per cresta, San Calimero.

APPROFONDIMENTI

RIFERIMENTI CARTOGRAFICI :

  • Carta 1:35000 “GRIGNE – RESEGONE – CAMPELLI – TRE SIGNORI – LEGNONE”

Nessuna indicazione presente dell’itinerario in questione.

  • Carta 1:20000 “Gruppo delle Grigne”

Questa ottima ma anacronistica carta riporta chiaramente questo itinerario ed anche alcune “varianti”. Da consultare con cognizione di causa.

 

RIFERIMENTI BIBLIORAFICI :

  • Giancarlo Mauri: “ LE GRIGNE – I SENTIERI E L’ALTA VIA”

L’esistenza del sentiero dei Vendui Olt viene segnalata, ma definita “attualmente improponibile”, nella descrizione dell’itinerario 36 per il raggiungimento del rifugio Bogani dal rifugio Riva per il passo della Stanga e lo Zapel.

L’autore invece, nella precedente edizione di questa opera nominata “Escursioni nelle Grigne” vi si soffermava lungamente descrivendolo dettagliatamente in ambo i sensi di percorrenza. Senza questa preziosa relazione non mi sarei mai avventurato in questa ripetizione. Grazie.

  • Nessuna relazione di questo itinerario dal web. Solo qualche vago accenno ai cartelli segnavia di cui si è parlato nella descrizione ed un video ricordo di gita sul tubo che ne mostra qualche fotogramma.

Tutti idiritti riservati. Ogni contenuto è originale e di esclusiva proprietà  MNR – Negri “Manara” Raffaele

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