MORTERONE GA - GRANDI ALBERI e GRANDE ABBANDONO

Morterone – Selvano – Scalugia – Fracc – Terengia – Zucher – Frasnida - Campecc

Difficoltà : Percorso per Escursionisti Esperti T3/T4

Indicazioni : Assenti;

Bollatura : Assente;

Traccia : Labile seppur storica ed un tempo molto marcata;

Tempo di salita : ca 6 [h] per l’anello completo.

Dislivello positivo : 600 ca

Periodo consigliato : inizi di primavera – Tardo autunno.

Ambientazione piuttosto tetra e terreno abbastanza faticoso. Navigazione a tratti un poco dubbia e selettiva. Nessuna indicazione od accorgimento particolare da suggerire al devoto avventuriero.

Disponibilità acqua : Nessuna. Vari frusti fontanili da cui astenersi dal bere.

Appoggi : Nessuno

Data di stesura relazione: Primi anni venti.

Morterone ha sempre storicamente goduto di un'estensione superficiale e di una profondità culturale notevolissima. La società del consumo e l'apertura della SP63, nella transizione tra gli anni 50 e 60, ne han però decretato il tracollo. Il drammatico spopolamento, l'abbandono della cultura montanara ed il successivo appiattimento identitario la rilegano ora solamente a sornione e nostalgico luogo di villeggiatura; molto più fuori mano e ristretto, anche a livello di fruizione del territorio, rispetto ad allora.
Tuttavia, sotto la Costa del Palio e sopra l'orrido dell'Enna, si può ancora far visita alle spoglie della Morterone perduta; esattamente identica a quella che fu.
In un autentico pellegrinaggio, un impagabile privilegio.

Morterone ha sempre storicamente goduto di un'estensione superficiale e di una profondità culturale notevolissima. La società del consumo e l'apertura della SP63, nella transizione tra gli anni 50 e 60, ne han però decretato il tracollo. Il drammatico spopolamento, l'abbandono della cultura montanara ed il successivo appiattimento identitario la rilegano ora solamente a sornione e nostalgico luogo di villeggiatura; molto più fuori mano e ristretto, anche a livello di fruizione del territorio, rispetto ad allora. Tuttavia, sotto la Costa del Palio e sopra l'orrido dell'Enna, si può ancora far visita alle spoglie della Morterone perduta; esattamente identica a quella che fu. In un autentico pellegrinaggio, un impagabile privilegio.

DESCRIZIONE : Partenza da Morterone; parcheggiare al minuto posteggio in centro o vicino alla piazzola dell’elicottero. Incamminandosi verso nord si sfila d’innanzi alla chiesa e, lasciato in salita il ramo principale della SP63, si scende all’azienda agricola ed all’abitato della frazione di Carigone. Seguendo la dorsale e i bolli bianco rossi dell’antica Via Morterone Vedeseta si percorre la suggestiva dorsale di Costa fino ai diroccati rustici di Cantel; i primi di una lunghissima serie.

Scendendo per fanga traccia a destra si raggiunge l’alveo della Val della Serra alla congiunzione tra la Val della Chiesa e quella di Revisiga. La Via per Vedeseta vorrebbe rimontarne la sinistra idrografica, sotto Bruga, ma una più mesta traccia attira la mia attenzione sulla destra.
Essa, con andamento regolare, avvia una lunga dissestata traversata verso oriente. Rasentando a volte orridi cigli, spesso affiancata da muretti e carbonere, supera le boscose Valli di Frasnida impostando il lento avvicinamento al Canale a monte della Sorgente Fiume Latte.
Alcune rovine di cascinali preludono al muretto a secco eretto a parapetto sull’orrida forra ai piedi della Fontana Selvano; piantata alla congiunzione del percorso seguito fino a qui con quello proveniente in piano da Zucher e Frasnida.
Mantenendo la direttrice est, per vago sentiero si giunge in Selvano dove un paio di traballanti cascine si reggono ancora in piedi a stentata guardia di un residuato occhio di prato.
Al limitare orientale della radura, su d’una dorsalina a placche rocciose a picco sul sottostante bosco, ancora si scovano le maestose vestigia dell’antica mulattiera bordata da muri di sasso. Salendo e rasentando la Val Selvano numerose deviazioni della stessa conducono a destra verso questo o a quel cascinale, tutti egualmente ruderi diroccati ma ancora depositari di un altissimo lignaggio ad oggi, ahimè, perduto nella gaudente e svilente standardizzazione d’ogni cosa.
Alla Forcella un manipolo di cinque o sei enormi cascinali gareggiano per sfacelo mentre la Ca di Tuneul ha appena lasciato cadere le prime pesanti piode del tetto (classico, bergamasco a a sezione acuta) all’interno del suo perimetro domestico; esse han così sfondato inclementi la scala di legno interna diretta al soppalco e tutta la poverissima ma dignitosa mobilia.

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Una vena triste pompa vivo sangue nelle mie gambe che abbandonano istintivamente la Via principale per una deviazione sulla sinistra. Ben presto sono su un’alta faglia di roccia che separa i domini di Morterone con quelli di Vedeseta e che apre, tramite l’aerea breve cengia della Scaluggia, a Roncalli ed al Ponte della Lavina.
Un richiamo primigenio mi invita a salire. Ossigeno antico irrora presto gli alveoli dei miei polmoni. Il respiro è lento e solenne di fronte al Re di Valmana.

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I suoi rami più bassi si sono atrofizzati a causa della vicina crescita della sua fitta prole; da molto tempo non più falciata dalle attività umane montanare legate al valore dei prati. L’ombra ed il rifugio che forniva sui pascoli tutt’intorno, e per il quale veniva amato ed apprezzato, non servono più. Ora la latebra si estende per chilometri, fino all’Enna dalla Costa del Palio e da Morterone fino in Peghera. Ma a te, grande Faggio, si richiede oggi più asilo che ai tempi della tuo massimo splendore. Lui sembra saperlo e risponde al mio tocco immergendomi in una calma profonda. Lui mi confida che ci sarà di nuovo un tempo in cui i suoi tris tris nipoti millenari torneranno a colonizzare le rovine delle nostre colate di cemento. E Si, finanche laggiù dove oggi i grattacieli sfidano irresponsabilmente e fragilmente il cielo.

E’ ora di tornare. Contento m’imbatto in bolli ed indicazioni GA (Grandi Alberi); l’unico sentiero ufficiale e mantenuto in quest’angolo di mondo. Io però avevo abbandonato un’antica mulattiera poco fa e muovendomi liberamente, verso occidente, la ritrovo lasciandomi portare a Fracc (Fracchio su IGM), arroccato al limitare superiore della radura di poc’anzi. Seguendo una sucessione di ruderi nel bosco avvio il piano piallato traverso per Terengia. Gli antichi sentieri intra frazioni eran tutti limitati da filari d’aceri o di faggi. Adesso che il bosco è ovunque e nessuno calca più questi camminamenti, la direttrice corretta è sempre quella delle piante secolari. Morterone GA, appunto: grande abbandono e grandi alberi.

Dalla costa di Poncione, deviando leggermente sul fianco occidentale, dopo l’incontro con altri ruderi, prendo il malmesso sentiero per Zucher (letteralmente zucchero – Zuccaro su IGM). Di tutto l’antico borgo, composto d’una mezza dozzina di ravvicinati cascinali, resta forse solo lo scheletro ed una rabboccata triste edicola votiva.
Scendendo un poco la costa scovo il sentiero per Frasnida. Raggiuntala, la meraviglia, nel trovare tutte le antiche cascine in piedi perfettamente conservate, straripa piano dal mio piccolo cuore come l’acqua dalla sua fontana. E’ straziante però pensare a quanto è stato perduto; ad oriente di Frasnida perché abbandonato e collassato al suolo, ad occidente di Frasnida perché prevalentemente snaturato.
Per piana mulattiera supero gli ultimi canali giungendo alle rovine di Campecc. Di nuovo allo scoperto mi avvicino a Morterone notando tre dischi di cemento in fila sul prato, lamiere composte in forme di banale artificiale complessità e l’antica rustica baita della “casa dell’arte” restaurata come se fosse piantata in una periferia di città… E il pensiero corre subito alla meraviglia di oggi, a quelle foggie architettoniche, a quella spaziatura e a quella rispettosa sapienza montanara perduta.
Questa era, ed è, l’Arte e la Storia di Morterone. Mica questa oscena ingombrante paccottaglia moderna; avulsa dal contesto e oscenamente disseminata, rugginosa o colorata, come mortale ignavia tra i prati e le case.

VIE DI FUGA: Non presenti e non necessarie.
SUGGERIMENTI PER IL RITORNO: Itinerario già completo.

APPROFONDIMENTI

RIFERIMENTI CARTOGRAFICI :

  • Carta IGM

Riportato correttamente tutto l’intricato mondo perduto di Morterone.

 

 

 

Tutti i diritti riservati. Ogni contenuto è originale e di esclusiva proprietà  MNR – Negri “Manara” Raffaele

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