MAGNODENO - VIA DELLA GUARDIA
Lecco – La Rovinata – Campo de Boi – Magnodeno per la Guardia – Lecco
- Difficoltà :
Intero itinerario: Percorso Escursionistico T2 (T3 la cresta del Magnodeno)
Indicazioni : Non sempre presenti o chiare;
Bollatura : variabile;
Traccia : Mulattiera – sentiero;
Sentiero della Guardia: Percorso per Escursionisti Esperti T3+
Indicazioni : Nessuna – Scostanti paline artigianali;
Bollatura : Sbiadita – Nessuna;
Traccia : variabile da assente a buon sentiero;
- Tempo di salita : ca 3 [h]
- Dislivello positivo : ca 1000 [m]
- Periodo consigliato : Maggio – Novembre
Il traverso dalla Guardia alla cresta della Giumenta va possibilmente affrontato in assenza di ghiaccio.
- Disponibilità acqua : Rovinata – Fontana Marietta – Campo de Boi – Acqua de Catoj – Magnodeno
- Appoggi : Rifugio Stoppani – Bivacco del Magnodeno
- Data di stesura relazione: Primi anni venti.
Romantico e labirintico viaggio in cerca di uno degli angoli più raccolti nel vasto regno della montagna di Lecco per Eccellenza. Al suo cospetto, anche nell'affollatissima Val Comera, un angolino speciale per silenziosi poeti in cerca di Storia ed Avventura il Re lo riserva sempre. Grazie Resegone!
Romantico e labirintico viaggio in cerca di uno degli angoli più raccolti nel vasto regno della montagna di Lecco per Eccellenza. Al suo cospetto, anche nell'affollatissima Val Comera, un angolino speciale per silenziosi poeti in cerca di Storia ed Avventura il Re lo riserva sempre. Grazie Resegone!

DESCRIZIONE : Partenza da Lecco. Raggiungere la fine di Via alla Rovinata. Lasciate sulla sinistra le ultime case, attraversare il ponte sul torrente Bione. Qui parte la ciottolata mulattiera che, con le sue ripide boscose svolte, lambisce le edicole delle stazioni della Via Crucis diretta al Santuario della Rovinata. In vista del suo bel panoramico sagrato, la strada condurrebbe dritta, ma una visita è d’obbligo; anche solo per uno sguardo sul mare di tetti lasciati alle spalle.
Ritrovata la retta via, sfilare una recintata costruzione sulla destra ed al successivo bivio prendere a sinistra. In leggera salita, poco dopo, sempre sulla destra, la fontana Marietta, suggerisce suadente una sosta accompagnata da un fiato d’acqua. Proseguendo, lasciate un paio di villette sulla sinistra, al successivo bivio segnato per Campo de Boi (di fuori) proseguire dritto fino a quando la mulattiera viene bruscamente interrotta ortogonalmente. Se a sinistra in breve si raggiungerebbe il Ponte della Tenaglia, virare invece a destra e per ripide svolte e rapidi strappi raggiungere l’antico borgo di Campo de Boi. Qui il largo antistante spiazzo, impreziosito da antichi castagni, termina a Nord con una cappella votiva mariana. Nei sue pressi comincia il sentiero che, sovrastando il rombo del torrente Bione sottostante, apre all’opposto fianco della Val Comera. In corrispondenza di un caratteristico passaggio a “V” intagliato nella viva roccia, la commovente vista sulla frazione Costa, arroccata sulle pendici dell’aggettante aereo iconico profilo seghettato.

A traverso ultimato, senza ridiscendere al fiume, un sentierolino conduce a monte. Imboccatolo ed ignorata la labile svolta di destra per l’acqua del Merlo, proseguire dritto fino a guadare faticosamente l’alveo di un affluente secondario del Bione. Rimontato il fianco opposto, ridiscendere in una valletta dominata dall’impressionante presenza di un enorme masso. Ai suoi piedi, una polla d’acqua ed il suo timido rivolo. Svoltare a destra e per ripida rampa raggiungere il sentiero che dalla frazione Costa conduce ai Grassi ed alla normale al Magnodeno. Ignorata la direttrice ufficiale, all’antistante bivio, girare a sinistra. Raggiungere e traversare su di un ponticello il torrente. Risalire ad una bella baita; al bivio sul retro tenere nuovamente la sinistra e raggiungere una nuova sorgente; l’acqua de Catoj che prelude, dopo un nuovo guado, alla relativa baita. Raggiuntala con un ameno tratto tra ciliegi, sbucare sulla mulattiera di Costa. Seguirla fedelmente fino ad una cappella nei cui pressi attraversare un’ennesima volta il Bione. Dopo pochi metri sul sentiero dell’opposta riva, prima del bivio per il Passo del Fo’, un secondario sentierino si stacca sulla destra. Imboccarlo ed, in discesa, guadato un ultimo torrentello, guadagnare un’anonima dorsale minore. Qui, senza indicazioni e nessuna traccia a terra, ha inizio la Via della Guardia al Magnodeno.
Risalendo direttamente gli ultimi lembi di un prato ormai completamente inghiottito dal bosco, tenere preferibilmente la sinistra, bordeggiando la valle dell’ultimo corso d’acqua vinto. Raggiunte alcune rocce affioranti dal sottobosco, traversare una ventina di metri a destra e puntare dritti a monte. Ricercare a tentoni un gruppo di argentei vigorosi faggi disposti in circolo. Solo a quell’altezza traversare a mezzacosta il martoriato e soffocante bosco verso destra. Raggiunto il bordo di un dirupato fianco di una nuova vena d’acqua, ricercare una labile traccia a monte di alcuni faggi inghiottiti dal pungitopo. Con essa, il proseguo sull’altra riva ne risulterà facilitato e si sarà sicuri di aver individuato correttamente la Via.
La dorsale raggiunta è un nuovo inizio. Un artigianale e discreto cartello invita a salire sulle ormai quasi scomparse svolte di un camminamento storico, risalente ai tempi in cui fame e fatica erano un’unica cosa ben tangibile da vincere con astuzia e serietà, non un vacuo passatempo sportivo necessario a colmare ambizioni personali. Il rimarco avviene transitando sotto gli ormai inservibili fili di ferro di dimenticate teleferiche che venivano usate per portare velocemente a valle le evanescenti speranze di sussistenza prima che potessero svanire. Tra un salto temporale e l’altro, raggiungere una vallecola sassosa e rimontarne l’opposto versante ritrovandovi le stesse sbiadite serpentine. Ad un poco marcato falso bivio, tenere obbligatoriamente la destra e dirigersi fermamente ad uno spiazzo più aperto da cui ammirare chiaramente il massiccio sperone della Guardia, vigile e immota su tutta la valle.
Fermamente diretti nella sua direzione, scoprire un buon sentierino dopo un breve tratto particolarmente incerto. Rimontata la sua rotonda sommità, ricercare in libertà un pulpito tra la vegetazione da cui godere il sincero panorama. Ritornando alla traccia, questa punta decisamente a monte vincendo gli ultimi lembi di bosco. Seguiti da qualche pioniera betulla e da numerosi arbusti, una decisa svolta a destra dà inizio al mendace traverso che condurrà a raggiungere la cresta della Giumenta su di un morbido poggio; poco prima dell’inizio delle catene delle “crestine”. Questo aereo e panoramico traverso, lungi dall’essere esposto, attraversa però ripidi pendii ed è costantemente ingombro di biondo fieno magro; strappato in giro e qui depositato da venti sbarazzini, può celare più di un’insidia anche al piede sicuro. Sovrastati da selvaggi cornelli di roccia e con superba vista su tutto il circondario, la sella di fine via comincia a delinearsi in lontananza.

Superato un singolo breve passaggio esposto su sfasciumi, la rampa finale porta a far scomparire la traccia in un isolato boschetto ormai prossimo alla linea di cresta principale. Pochi passi ancora e si è in piano, su di un dolce rialzo dove spicca vicino il ben delineato sentiero delle Crestine.
Il suggerimento per oggi è quello di dirigersi verso la cima del Magnodeno, gustandosi con calma i passaggi di cresta e l’avvicendarsi di salite e discese, con una bella scoperta in tasca ed una maestosa vista alle spalle.

VIE DI FUGA : Non presenti durante la Via della Guardia.
SUGGERIMENTI PER LA DISCESA : Il ritorno più adatto prevede di ripiegare sui propri passi seguendo il sentiero in cresta. Tre bivi, vi suggerisco, di prendere a sinistra. Imboccare un umile ma signorile sentierino fino a Campo de Boi di Fuori, sbucandovi proprio dietro la chiesa. Da lì, sotto la strada, giù diretti alla Fontana Marietta raggiungendo il bivio ignorato all’andata.
APPROFONDIMENTI
RIFERIMENTI CARTOGRAFICI :
Non ho mai posseduto una carta specifica del Resegone. Mi spiace, ma non ne ho mai sentito il bisogno.
- Carta 1:35000 “GRIGNE – RESEGONE – CAMPELLI – TRE SIGNORI – LEGNONE”
Fedele compagna, come puoi pensare anche solo di non mostrare tutta la resega di una delle Cime che porti nel nome? Pur essendoci lo spazio per rappresentare un buon tratto della Via della Guardia, nulla a riguardo è presente.
RIFERIMENTI BIBLIORAFICI :
Non ho mai trovato nulla di cartaceo a riguardo, anche internet non corre in aiuto. Troppi rinomati e più invitanti itinerari nei paraggi.

Tutti i diritti riservati. Ogni contenuto è originale e di esclusiva proprietà MNR – Negri “Manara” Raffaele
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