LA PORTIOLA - FOPPONE DA CA'CORVIGLIO
Ca’Corviglio – Roncalla - Portiola - Foppone
Difficoltà : Percorso per Escursionisti Esperti T4/T5
Indicazioni : Assenti.
Bollatura : Assente.
Traccia : Mulattiero, sentiero, assente.
Tempo di percorrenza : ca 4 [h]
Dislivello positivo : ca 500 [m]
Periodo consigliato : tardo Autunno.
Itinerario per avventurieri. Zone abbandonate o selvagge, sempre angoscianti. Terreno tecnico e faticoso.
Disponibilità acqua : Ca Corviglio.
Appoggi : Nessuno.
Data di stesura relazione : Primi anni venti.
La Portiola era un’appartata antica zona di monticazione sopra al Buco, ovvero sopra a quell’ombrosa zona di Val Taleggio dove inizia il famoso Orrido (o Valle dei Serrati) al confluire nell’Enna delle acque unite della Valle Asinina (o della Forcola) e della Valle della Madonna (o di Salzana). Ultimo tra i Monti Taleggini, quasi tutti (tranne Cantiglio) ad occidente del naturale contenimento della tormentata cresta sud della Corna dei Porci, per essa transitava un’ardita dimenticata Via; la più diretta (ma anche più pericolosa) per ricollegarsi alla Strada del Forcellino diretta a San Giovanni Bianco. Parallela alla Forziola (che valicava quel fittizio confine al Passo tra le quote 1160 e 973 [IGM]), ma meno infrastrutturata e più bassa (passaggio tra le quote 973 e 893 [IGM]) si ricongiungeva alla prima nei pressi della Valle del Budri non prima però di aver servito il perduto Foppone; un altro Monte perduto su questo abbandonato angolo di meraviglioso mondo sospeso, oltre confine, sopra le terrifiche gorge dell’Enna.
La Portiola era un’appartata antica zona di monticazione sopra al Buco, ovvero sopra a quell’ombrosa zona di Val Taleggio dove inizia il famoso Orrido (o Valle dei Serrati) al confluire nell’Enna delle acque unite della Valle Asinina (o della Forcola) e della Valle della Madonna (o di Salzana). Ultimo tra i Monti Taleggini, quasi tutti (tranne Cantiglio) ad occidente del naturale contenimento della tormentata cresta sud della Corna dei Porci, per essa transitava un’ardita dimenticata Via; la più diretta (ma anche più pericolosa) per ricollegarsi alla Strada del Forcellino diretta a San Giovanni Bianco. Parallela alla Forziola (che valicava quel fittizio confine al Passo tra le quote 1160 e 973 [IGM]), ma meno infrastrutturata e più bassa (passaggio tra le quote 973 e 893 [IGM]) si ricongiungeva alla prima nei pressi della Valle del Budri non prima però di aver servito il perduto Foppone; un altro Monte perduto su questo abbandonato angolo di meraviglioso mondo sospeso, oltre confine, sopra le terrifiche gorge dell’Enna.
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DESCRIZIONE: Partenza da Ca’Corviglio. Dal meraviglioso borgo e dal commovente Oratorio di San Rocco si procede in direzione di Cantiglio e del Ponte della Forcola. Dopo una strettoia tra le cascine, nei pressi di ampi prati sulla destra si prende una deviazione non segnalata a sinistra; un’apertura nei muri di contenimento della mulattiera che si intrufola nel buio del bosco.
Per traverso in discesa si supera una baita, posta nei pressi di un abominevole capanno di caccia (con tanto di scala lucchettata) su d’unalbero, e poi un rudere. Un poco franata e ridotta a mesto sentiero, la Via perviene ad uno slargo di recente imboschimento che mostra una coppia d’antiche croci di ferro, di squisita fattura, a ricordo della perduta vita e della dimenticata memoria di due esseri umani.
Un poco rinfrancata da mura di pietre a secco, la mulattiera passa sotto ad una baita isolata (restaurata ma inghiottita dai rovi) e con terrosi tornanti scende verso la Val Asinina attraversandola al ponte di Riolcc; guado antico ma dal posticcio moderno rifacimento.
![1_FIL 1_FIL](https://www.mnrvision.it/wp-content/uploads/elementor/thumbs/1_FIL-3-qz4llrq7wzig5x57490a7me4o1kbusei7ywxd45pl2.jpg)
La Via prosegue ora dimenticata per tortuosi passaggi obbligati tra grossi massi fino al verde tunnel nel bosco che mena alla Casera della Ria (riva) Grassa – Rivolti su IGM. Seguendo i faggi che delimitavano il pascolo a monte e la mulattiera a valle, si segue in faggeta un muretto a secco che conduce fino ad una vallecola disseminata da ciclopici boccioni. Con bella rampa murata si sale ad una costa del bosco dove un rudere si staglia sinistro contro le Corne Asinine come se quelle grida di roccia fossero state la causa della sua sventura e maledizione. Per bel traverso, ancora sorretto da muri a secco, si scende nel punto debole di una severa valletta che si supera per largo passaggio arrivando ad un rudere al limitare d’un prato. Scendendo su sinistra idrografica, per un paio di ampi tornanti, si entra nel pascolo di Roncalla dominato da un’enorme struttura agricola fatiscente, simbolo tra tanti della fine d’un mondo.
![2_FIL 2_FIL](https://www.mnrvision.it/wp-content/uploads/elementor/thumbs/2_FIL-2-qz4lmtbq9mlc3a6y5089xemukajfoaoqqv4v5kkw56.jpg)
In piano, di nuovo nel bosco, si arriva flebilmente sulla Via della Forziola diretta a Cantiglio o a San Giovanni Bianco per il Passo tra le quote 1160 e 973 [IGM]. Salendo un poco con essa, ad un bivio segnalato, si scende su sentiero bollato (130A) fino ad un possente rudere inglobato in un’abetaia artificiale d’assestamento del pendio. Sono proprio sopra al Ponte del Becco ed in piano mi avvio verso un nuovo nulla inghiottito da erba e rami. Traversando fuori in piano, si supera una vallecola rocciosa per poi quindi vedere il sentierino che sto calcando divenire una mulattiera nella faggeta. Con un paio di tornanti vicino a tozzo masso appoggiato si perviene ai terrazzamenti e al cascinale della Portiola anticipati da una grossa cisterna d’acqua; opera dissetante per le mandrie, precorritrice di altre idrauliche (e ben più invasive) nella Valle dei Serrati.
![3_FIL 3_FIL](https://www.mnrvision.it/wp-content/uploads/elementor/thumbs/3_FIL-3-qz4lnxquv7oe9c74qo2nkkgdeuj2n0m9t1df1ctgby.jpg)
Ascendente per l’assediato prato dagli arbusti, alti, si sale fino al limitare del pascolo in vista della torre di Q.ta 893 dove il sentiero si spezza atterrito in bifida altalenante traccia fino alla sella a monte di questo arcigno sperone di roccia. Per tornanti la Via scende fino ad una vallecola che prelude ad un ben impostato ajale. Qui il silenzio attanaglia ogni cosa; immenso il terrore d’ogni creatura per un rumore qualsiasi che possa tradire la propria presenza in un tale regno d’incubo.
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Oltre, un traverso su paglia porta fino ad un biondo poggio. Alti, ascendendo ad una costa, si ritrova un’ombra di Via che aggira la terrificante spalla di Q.ta 866 [IGM]. Sempre su biondi infidi paglioni, a monte di uno slanciato caratteristico cornello, un esposto traverso taglia la testata della valle verso una nuova tormentata costa.
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Finalmente su comodo bosco, la Via prosegue fino ad una morbida onda del pendio trovata dopo una strana zona di risorgive. Da lì si scende e per ampi tornanti si giunge finalmente al Foppone che altro non pare ai miei occhi che la necropoli sublimante la morta Via della Portiola.
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E se gli uomini non vanno più al monte, è la Montagna che va all’Uomo. A queste latitudini, il solo luogo dove Vita e Morte danzano ancora al primigenio eterno tramontare e sorgere degli astri.
VIE DI FUGA: Assenti.
OSSERVAZIONI: Alternativa più logica alla bretella 130A è la possibilità di scendere (in direzione del Ponte della Forcola) fino a delle aperture prative sulla sinistra. Da essi, rasentare a monte le ristrutturate baite della Forcola fino al rudere d’inizio Via della Portiola. Non verificato.
SUGGERIMENTI PER IL RITORNO: Dal Foppone ritornare obbligatoriamente sulla Via della Portiola e seguirla in piano. Attraversato il “Sentiero dei Partigiani” diretto all’Orrido (e alla SP25) della Valle dei Serrati, si prosegue fino alla Valle di Budri dove ritrovare il sentiero 131 diretto a Cantiglio o all a Forziola diretta alla Forcola.
APPROFONDIMENTI
RIFERIMENTI CARTOGRAFICI :
- Mappe ottocentesche del regno Lombardo Veneto
- Carta IGM
Zona rappresentata fedelmente.
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Tutti i diritti riservati. Ogni contenuto è originale e di esclusiva proprietà MNR – Negri “Manara” Raffaele
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