Difficoltà : Percorso per Escursionisti Esperti T5
Indicazioni : Assenti.
Bollatura : Assente.
Traccia : Mulattiera, sentiero, assente.
Tempo di percorrenza : ca 4 [h]
Dislivello positivo : ca 600 [m]
Periodo consigliato : Tardo autunno, Primavera.
Itinerario destinato ad avventurieri esperti. L’isolamento opprimente, il terreno complesso molto esposto e le oggettive difficoltà di orientamento impongono esperienza in questo genere di imprese.
Disponibilità acqua : Nessuna.
Appoggi : Nessuno.
Data di stesura relazione : Primi anni venti.
DESCRIZIONE: Partenza agli slarghi nei pressi del Ponte della Lavina, comune di Vedeseta. Deciso a non uniformarmi alla destinazione unica delle sorgenti dell’Enna, proseguo sull’asfalto della “Ferdinantea” SP64 – in direzione Peghera – fino all’immissione a monte della pista per Roncali. Presola, tra slarghi prativi, si supera la cascina Riva ad un’edicola votiva per giungere alla diroccata frazione di Roncali (Roncalli su IGM). Su sterrato, si supera una collina e, ad una verde foppetta, lo lascio proseguire per i Cantir diretto alle cascine Magiadello, Stopada e Piazzoli mentre devio a sinistra tra i prati.
Al limitare del bosco, il rudere di una stalla nasconde alle sue spalle un bel camminamento che, franato ed un poco infimo, supera una vallaccia sotto ad un risalto roccioso. Su sponda idrografica opposta, in bella faggeta, senza scendere a Returro ed al suo prato, si rimonta direttamente il ripidissimo pendio boscato. Tenendo la destra, quasi a rasentare la forra calcarea appena sfilata, serpentine ballerine rimontano l’aerea impennata costa circondata da verticalità sfuggenti. Giunti ad una fascia rocciosa invalicabile, alta una decina di metri e debordata dal vicino budello sulla direttrice di salita, si devia assecondandola al piede verso sinistra in esposto traverso. Su cengia rocciosa tangente al terroso sottobosco, si procede agevolvente, ma angosciosamenente, verso un osceno inavvicinabile collasso del pendio.
Quand’ecco, meraviglia! La traccia rimonta una nascosta sfasciumosa vallecola, tenuta percorribile da un contorto maestoso albero avvinghiato coriaceo al fronte di frana a monte. Deviando con essa per esposta diagonale ascendente sopra la barriera appena rimontata, si ritrova il filo di cresta più appoggiato e diretto a centro valle. Ora, per vaga traccia si giunge ai diruti resti di Ortighera; due cascine prospicenti, di cui quella su destra idrografica particolarmente diroccata ed imponente.
Ma se la pista di Piazzoli è poco sopra al casolare di sinistra (quello appunto col tetto rifatto in lamiera ma dalla parete crollata), la salita sulla sua costa a monte di quello di destra, affacciata su boschi (fratelli di quello appena rimontato) tanto sfuggenti da mostrare le cime delle piante all’altezza delle radici della più prossima a monte, donano un ultimo schiaffo di selvaggezza prima dell’uscita sul sentiero 569A diretto all’amena paradisiaca conca di Piazzoli.
Rasentando la bella faggeta a monte dei prati, ed ignorando quindi le indicazioni, si superano degli stalloni crollati giungendo infine a centro valle. La mulattiera risale un giovane bosco, segnato da molti muretti confinali in sasso. Che il Grassello, ovvero i pascoli concimati, discendessero un tempo dalla Bocca fin giù alla conca di Piazzoli? Fa niente, sto già rimirando estasiato il profilo contro cielo del Resegone e la placida Val Imagna distesa ai suoi piedi.
VARIANTE: Dalle Cascine Grignapane (Via Caral su SP64), una pista di motocarriola si alza nel bosco. Giunti al longilineo Pra’ Silvani (cascina) si devia a sinistra in piano, su buon sentiero, fino a superare una valletta prima di rimontare un giovane bosco adorno di rudere. Salendo l’abetaia artificiale a monte su esile traccia, si scova l’enorme edificio dei Sigiol ed il sentiero 569A. Con esso si procede brevemente in piano fino ad una prima costa costa che, salita per vago traverso, porta al rudere d’un enorme stallone. Si traversa in piano (muretti a secco, sfasciumi e schianti nel bosco) fin sulla verticale di un nuovo rudere per poi alzarsi per bosco ripidissimo, quasi verticale, deviando a destra sopra ad una lunga fascia rocciosa trasversale. Rimontata la costa principale si sbuca a Piazza Grande, una notevole zona di ajali di carbonere allineate sulla dorsale. Una tracciolina esposta prosegue da esse in piano in direzione Sud Ovest fino al rudere d’una cascina ricavata nella roccia scavata dal fianco della montagna.
In piano, superando sapientemente gli orridi canaloni sommitali del più settentrionale dei due rami della Valle della Corna Grande, su passaggi delicati ed infimi si perviene ad una crestina che, risalita e diagonalizzata di nuovo al centro di un franato conoide sulla sinistra, adduce ai ruderi di Piano Basso. Da essi, dentro a quota costante, su sentiero a man destra si superano due cascinali (più o meno recuperati) pervenendo alla Pista diretta sterrata proveniente da Piazzoli.
Dopo questo lungo errare, mi sembra decisamente più lucida la follia che vedeva due morti stati, due comunità antenate, contendersi questo ostile (ed oggi economicamente inutile) territorio. Ieri un bosco verticale, oggi una steppa ricca di impianti estrattivi o un lembo di deserto col petrolio. Come al solito però abbiamo perso, se non la cupidigia del nostro sporco pelo, la misura del contendere e, quindi, di ciò che ci arrischiamo di perdere con esso. E, allora, ritorno con la mente al Re de i Scieng; quell’albero meraviglioso avvinghiato alle macerie d’un pendio che lo tiene ancora in piedi – immagine vivente della giusta, vitale, coriacea avidità dell’esistenza. Perché, alla fine, un uomo non dovrebbe possedere altro in più di quanto riesca a portare fisicamente con sé in lande libere e selvagge come queste.
VIE DI FUGA: Assenti.
OSSERVAZIONI:
– Inanellare questi due itinerari impone di affrontare la ricerca dei passaggi obbligati nei boschi dei Scieng in discesa. Altamente sconsigliabile.
– Da Piazza Grande, invitante (ma non verificata) la possibilità di proseguire via cresta, e non in piano tra i canali, fino a Piano Basso.
– A Piano Basso, una traccia riportate sulle carte (IGM) fornirebbe la possibilità di salire direttamente alla Bocca del Grassello senza abbassarsi (di poco) a Piazzoli.
SUGGERIMENTI PER IL RITORNO: Molte possibilità, la più veloce è ridiscendere a Roncali dal Grassello dalla sua pista di servizio.
RIFERIMENTI BIBLIO/CARTOGRAFICI :
Zona rappresentata correttamente. Alquanto scarsi i toponimi nelle mappe del comune di Taleggio.
Tutti i diritti riservati. Ogni contenuto è originale e di esclusiva proprietà MNR – Negri “Manara” Raffaele
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