CORNA DEL TETTO – CANCERVO DALLA PIANCA

Pianca (San Giovanni Bianco) – Cantiglio – Casera Cancervo

  • Difficoltà : Percorso per Escursionisti Esperti T4+

Indicazioni : Assenti.

Bollatura : Radi e stinti bolli gialli – del tutto inaffidabili.

Traccia : Mulattiera, sentiero, assente-.

  • Tempo di percorrenza : ca 4 [h]

  • Dislivello positivo : ca 900 [m]

  • Periodo consigliato : Tardo autunno, Primavera.

Itinerario destinato ad escursionisti esperti in carca d’Avventura. Zone selvagge dal terreno abbastanza tecnico e faticoso da affrontarsi doverosamente equipaggiati. Buona visibilità e terreno asciutto prerequisiti obbligatori.

  • Disponibilità acqua : Pianca/ Cantiglio.

  • Appoggi : Nessuno.

  • Data di stesura relazione : Primi anni venti.

La cima del Monte Cancervo è una poco marcata elevazione posta sopra un sassoso ed ondulato altipiano difeso da arcigne propaggini precipite sia verso Taleggio che verso Camerata e San Giovanni Bianco. Quali bastioni di un inespugnabile forte, esse opposero non poche difficoltà al carico dell’alta Casera Canservo – normalmente servita da Camerata con lungo percorso passante dal Passo di Grialeggio – dal lato del suo comune (San Giovanni Bianco) di appartenenza. A tutto questo venne cercato di dar rimedio con un ardito sentiero (gradinato artificialmente) nella selvaggia Val Tribulina (oggi segnavia 102) e steso (come non cambiano affatto i tempi) semplicemente a giustificare l’ingerenza del Comune sulla gestione di un alpeggio a cui non forniva manco una praticabile via d’accesso. Ben più praticamente però, sempre da San Giovanni Bianco, si saliva alla Casera con breve sconfinamento nel comune di Taleggio: o da Cantiglio per la sella a monte della Corna dei Porci (oggi segnavia 131) o prima - ed ancor meglio – aggirando la spettrale Corna del Tetto con un percorso (oggi dimenticato) tracciato tra le diaboliche pieghe del Monte Cancerbero.

La cima del Monte Cancervo è una poco marcata elevazione posta sopra un sassoso ed ondulato altipiano difeso da arcigne propaggini precipite sia verso Taleggio che verso Camerata e San Giovanni Bianco. Quali bastioni di un inespugnabile forte, esse opposero non poche difficoltà al carico dell’alta Casera Canservo – normalmente servita da Camerata con lungo percorso passante dal Passo di Grialeggio – dal lato del suo comune (San Giovanni Bianco) di appartenenza. A tutto questo venne cercato di dar rimedio con un ardito sentiero (gradinato artificialmente) nella selvaggia Val Tribulina (oggi segnavia 102) e steso (come non cambiano affatto i tempi) semplicemente a giustificare l’ingerenza del Comune sulla gestione di un alpeggio a cui non forniva manco una praticabile via d’accesso. Ben più praticamente però, sempre da San Giovanni Bianco, si saliva alla Casera con breve sconfinamento nel comune di Taleggio: o da Cantiglio per la sella a monte della Corna dei Porci (oggi segnavia 131) o prima - ed ancor meglio – aggirando la spettrale Corna del Tetto con un percorso (oggi dimenticato) tracciato tra le diaboliche pieghe del Monte Cancerbero.

DESCRIZIONE: Partenza dalla Pianca, alta frazione di San Giovanni Bianco. A destra del suggestivo loggiato della Chiesa di Sant’Antonio Abate parte la Strada Comunale che da Taleggio conduce alla Pianca, oggi sentiero 131, anche detta del “Forcellino Alto” per differenziarla dalla più bassa Via della Forziola (o del Forcellino) diretta anch’essa a Sottochiesa in Val Taleggio. Girando dietro un rustico cascinale con fattoria e lasciando sinistra la deviazione che scende a Cantalto nei pressi di una grossa fatiscente fontana ad arco, si procede trincerati verso la Va di Aria. Usciti alla successiva costa, mi aggrappo ad una belle edicola votiva nel rimirare, di fronte a me, l’asprezza de la Collina del Sornadello a picco sull’Orrido della Valle dei Serrati e, sopra di me, la Corna del bianco cadaverico antro che qui chiaman Tetto.

1_FIL

Superata la Valle della Tribulina (risalita dal sentiero 102 del “Canal Catif”) si perviene ad una panoramica costa segnata da un rugginoso capanno. Oltre, rustici tornanti aiutano a scendere al fondo del primo dei due rami Valle de la Pioda che si guada (appunto) su enormi massi levigati dall’acqua. Al piede d’un successivo sperone si rimonta il secondo di essi per approdare ad un lungo tratto piano. Superata ora la Val di Bodrì e lasciato il “Sentiero dei Partigiani” scendere all’Orrido, si abbandona la piana abbandonata prosecuzione della Strada verso il valico della Forziola (indicazioni assenti) per continuare a seguire i biancorossi che, in un armonico carpineto, con ampi tornanti rimontano i primi bassi cascinali di Cantiglio. Tra aperture di prato e ruderi, la storicità della Via viene lasciata indietro con la fretta che i bolli hanno di raggiungere il borgo avamposto del comune di Taleggio ma, ad una decisa loro piega a sinistra, tiro dritto per raggiungere l’ampio fontanile di Cantiglio – posto di poco sotto la Chiesa di San Lucio.

Al posto di procedere in piano con l’alta traversata di carbonai verso la Pianca (relazionata come ritorno alla Via della Forziola), si puntano i terrazzamenti sopra la traccia bollata. Un marcato segno di antico passaggio si fa largo tra di essi puntando la fitta boscaglia dopo il saluta ad un grosso masso. A fatica, tra arbusti e paglie, si tiene costante (ma a fatica) la direttrice di un lungo ascendente traverso in direzione NE. Ignorando un’invitante forcella a destra, si prende una larga verde cengia tra striature di roccia che deposita su d’una costa erbosa. Tornanti la segnano ed invitano a salire fino ad infilarsi in una vasta zona di ajali terrazzati a secco prima di uscire allo scoperto su d’una dorsalina atterrata da aggettanti torrioni. Traversando verso destra su traccia obbligata, si superano saggiamente onde del pendio fino a venir depositati su d’un immenso piano inclinato d’erba. Sono di fronte a quella Corna del Tetto ai cui piedi sono strisciato poco fa.

2_FIL

Ignorato il richiamo a traversare verso un’anonima bocchetta che la divide dal Cancervo, si risale il magro pascolo verso sinistra puntando come ad un increspatura alberata dello stesso – staccata dal bosco ad occidente e congiunta ad un alla bastionata di roccia che delimita a monte il terrazzo su cui mi trovo. Tornanti segnati dall’istinto menano al piede di un grosso masso e a nuove serpentine (singolo muretto a a secco) che adducono sotto al sorriso sghembo di serrati denti di roccia che sorreggono l’altipiano della Casera del Cancervo. Neri occhi cariati sembrano osservarmi da ogni dove mettendomi la fretta di chi non ha la coscienza pulita.

Ignorando una traccia che, alla verde gengiva d’un canino ritorto mena a sinistra, diagonalizzo per ampia inerbata traccia verso un nuovo grande balcone dove la forca di due betulle apre all’orizzonte. Sulla spalla del più orientale dei gendarmi a divisione dei due ballatoi, inerbati salvatissimi tornanti aiutano a prender la quota d’un nuovo traverso rivolto verso una longilinea cresta che, rimontata, a sinistra mena ad un’amena conca alpina; paradisiaco preludio dell’incontro con il 131 prima della Casera di Canservo.

Servo, Cervero ed infine Cervo. L’ignavo canide ha mutato forma nell’ascolto della saggezza rinchiusa nel richiamo della foresta. Tre metamorfosi sembra comandarmi. Ma la domanda per me ora è: quante teste ho?

VIE DI FUGA: Assenti.
OSSERVAZIONI:
– al canino sotto la bastionata terminale, una traccia sembra procedere (come descritto) verso sinistra. Possibile raccordo con il sentiero 131? Non verificato.
– “Cancervo” è IGM e toponimo attuale; “Cancerbero” arriva dalle militari austriache e “Canservo” dalle mappe del Lombardo Veneto.
SUGGERIMENTI PER IL RITORNO: Sentiero 102! Che meraviglia quegli infiniti gradini di sasso nel Canal Catif che menano alla Corna Torella. Chissà quanti escursionisti si saranno accorti della storicità del percorso sotto le catene!

APPROFONDIMENTI

RIFERIMENTI CARTOGRAFICI :

  • Mappe ottocentesche del regno Lombardo Veneto – Carta IGM 1:25000
Zona, per quanto possibile, rappresentata correttamente.
 

Tutti i diritti riservati. Ogni contenuto è originale e di esclusiva proprietà  MNR – Negri “Manara” Raffaele

Tutti i diritti riservati.

Ogni contenuto è originale e di esclusiva proprietà  MNR – Negri “Manara” Raffaele