ANELLO DI COLOMBANA E STAVELLO

Laveggiolo (Gerola) – Bugione – Boc.ta di Stavello – Cima Stavello – Monte Colombana

    • Difficoltà : Percorso per Escursionisti Esperti T5+

    Indicazioni : Assenti.

    Bollatura : Assente.

    Traccia : Sentiero – assente

    • Tempo di percorrenza : ca 6 [h]

    • Dislivello positivo : ca 1200 [m]

    • Periodo consigliato : da tarda Primavera ad inizio Autunno.

    Itinerario alpino destinato esclusivamente a comprovati avventurieri. Scelte di rotta obbligate, terreno infimo, passaggi piuttosto tecnici/esposti e buona visibilità imprescindibile non devono lasciare alcun dubbio residuo in chi parte. Infine, itinerario, dalla Bocchetta di Stavello, molto “in vista”; vedete di non tirarvi dietro il solito sprovveduto o il curioso in cerca di “alternative” alla solita gita noiosa che si è costretto a fare.

    • Disponibilità acqua : Bugione, Bocchetta Stavello.

    • Appoggi : Ristoro Alpe Stavello.

    • Data di stesura relazione : Primi anni venti.

La Quota 2353 [2355 su IGM] (chiamata anche Cima Stavello - da non però confondersi con il Monte Stavello di Pedesina e con il Pizzo Stavello di Luserna), delimita gravemente a sud il valico della Bocchetta di Stavello. Le masse umane che giungono a questa popolare depressione della Dorsale orobica mai vi si dirigono sopra, preferendo le comodità del Rodont o l’altro versante vallivo, intimoriti dall’ignoto e dalla sua affilata spalla. La sua angusta vetta è passerella naturale al Monte Colombana e ad un mondo, a cavallo tra Val di Pai e Val Vedrano, di assoluta selvaggia suggestione.

La Quota 2353 [2355 su IGM] (chiamata anche Cima Stavello - da non però confondersi con il Monte Stavello di Pedesina e con il Pizzo Stavello di Luserna), delimita gravemente a sud il valico della Bocchetta di Stavello. Le masse umane che giungono a questa popolare depressione della Dorsale orobica mai vi si dirigono sopra, preferendo le comodità del Rodont o l’altro versante vallivo, intimoriti dall’ignoto e dalla sua affilata spalla. La sua angusta vetta è passerella naturale al Monte Colombana e ad un mondo, a cavallo tra Val di Pai e Val Vedrano, di assoluta selvaggia suggestione.

DESCRIZIONE: Partenza dalla frazione di Laveggiolo di Gerola Alta. Saliti all’interno dell’antico rustico caseggiato si punta alla sommità dello stesso fino alle ultime quattro baite disposte in schiera. Ai loro piedi un discreto tracciato, puntando all’angolo più nord-occidentale del prato che sormonta il borgo e la strada, penetra il ciglio d’oscurità del magico bosco d’aghifoglia alle falde del Monte Colombana. Tra abeti e larici si lascia subito una traccia che punta a settentrione per avviare come un lungo periplo antiorario del prativo appena traversato. Ai mesti ruderi d’una baita si comincia a risalire liberamente la dorsale tra una grande varietà di confuse tracce d’ungulati e fungiatt. Intorno a quota 1700 un più significativo traverso in un’apertura del bosco apre al limitare inferiore dei pascoli residui di Bugione. Superato il muretto inferiore di cinta, resti di cascine e di soste si disgregano al sole nel trascorrere del tempo seminascosto dall’erba.

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Salendo un poco verso la ripresa del bosco, si viene sorpresi da un bel fontanile in pietra dalla fresca e larga bocca d’acqua. Salendo alle sue spalle, ad un nuovo sguercio occhio di prato due baite gemelle mostrano i residui ultimi delle loro povere mura vicino ad un nuovo malmesso fontanile. Per lariceto e vago sentore di larga traccia si perviene ad un ampio panoramico pianoro con slavacc (pozza d’acqua artificiale per l’abbeveramento del bestiame) incastonato nel suo centro. Ricercando la dorsale del Colombana un nuovo abbeveratoio indica il breve traverso inghiottito dai rododendri per la linea di cresta. Due alti bianchi scheletri di larici incorniciano l’ampio spettacolo dell’alta Val di Pai appena sbloccato. Due o tre sorsate di quest’aria e son è già ebbro; pronto per abbandonarmi a tutto ciò che la giornata ha in serbo per me.

Il salire, solo di qualche passo lungo la cresta, apre all’incontro con un ultima inerbata fontana, sorella minore di tutte quelle incontrare fin’ora. Alle sue spalle, un piano camminamento sembra puntare dritto a quella Val di Pai lungamente ammirata prima e quasi congiungere in linea retta la strana sequenza di fonti di Bugione. Seguendolo, in breve, si capisce che questo è il terrazzamento (prevalentemente di sassi ben disposti rinaturalizzatati col tempo) eretto sopra e a protezione d’una conduttura dell’acqua. Increduli lo si segue ballerino, ed a tratti un poco esposto, in un lunghissimo ed affascinante traverso lungo le dirupate pendici del Colombana fino ad un bel poggio panoramico. Qui la conduttura, letteralmente, “cade” in verticale seguendo un marcato canale. Folli serpentine d’una traccia protesa sul vuoto la seguono in discesa obbligando ad aggrapparsi a rade catene o a più sicuri invasivi arbusti d’ontano. Quando tutto sembra finito una nuova dose di verticalità impone ancora maggior attenzione prima di giungere al piede della parete nord del Colombana. Praticamente all’altezza delle conche disseminate dalle baite abbandonate di Svanollino, il percorso della condotta torna piano, anzi, in leggera salita verso l’austera amenità dell’alta testata della Val di Pai coronata di cime. Un Vallo questo, tra la vicina civiltà sull’altra sponda della Val di Pai e le barbare regioni del Colombana.

Su percorso molto chiaro si giunge ad una fascia rocciosa che si risale per umido regolare canalino. Il Vallo, sullo squisito altipiano superiore (una delizia di dossi rocciosi elevati su aquitrini d’erba creatisi sulle anse di bianchi ruscelli) finalmente raggiunge i due caselli dell’acqua posti sulle sorgive. La salita, dolce e regolare dopo il verde budello fatto in discesa, ha superato l’altezza geodetica necessaria a far correr l’acqua lungo tutta la condotta fino al più alto dei fontanili di Bugione. Anchio qui, ai piedi delle cime, ho accumulato energia a sufficienza per rammentare la meta di questa giornata e, con quattro salti, riprendo il sentiero proveniente dall’Alpe Stavello e raggiungo l’omonima sua Bocchetta.

La salita verso la Cima di Stavello è subito piuttosto ripida, erba e roccette molto ariose. Raggiunto il tratto centrale, caratterizzato da placche inclinate verso Gerola e scivoli d’erba verso Premana, un’esposta cavallina sul filo di cresta impegna a dovere (attenzione, II-). Ricominciato a salire con più tranquillità la cresta s’impenna un’ultima volta conducendo ad un verde catino da salire in opposizione sfruttando le provvidenziali rocce presenti (attenzione, II-). La cima, un girotondo d’altezze che quasi non concede manco lo spazio per appoggiare a terra lo zaino, sembra solo il trampolino per il Monte Colombana la cui diretta salita stamane ho abbandonato.

Per facili divertenti roccette, quasi sempre aggirabili, si scende alla lunga piana dentellata sella che divide la Cima di Stavello dal Monte Colombana. La successiva salita oppone un paio di risalti di cui solo il primo (I+) impone un minimo di ricerca del passaggio corretto. Così, quasi volando, rapito ed estasiato, sono sul Monte Colombana e, istintivamente, volgo lo sguardo verso la Cima di Stavello.

Solo ora mi accorgo su quale punta di lancia sono stato, e quanto è bello stare al mondo così. Soddisfacendo curiosità e volontà con forza ed intelligenza. Nel discendere ora lungo l’appoggiata sinuosa cresta NE del Colombana che mi riporterà a Bugione, purtroppo, questa Avventura è già piacere postumo. Ma prima ci ripenso sopra ancora un attimo, con affetto, all’ultimo saluto che volgo alle due Amiche Cime che oggi sono andato a trovare da vicino. Arriverà il giorno senza ritorno. Allora il pane nello zaino sarà sempre fresco. E sul ciliegio, eccolo!, un fior di pesco.

VIE DI FUGA : Sentiero ufficiale incontrato sotto la Bocchetta di Stavello.
SUGGERIMENTI PER LA DISCESA : Itinerario completo.
CONSIDERAZIONI:
– Dal primo fontanile, un’antica traccia dovrebbe circumnavigare la costa del Colombana per arrivare direttamente a Svanollino. Tutta ancora da verificare la sua percorribilità.
– Non credo che la conduttura serva solo i fontanili (chiusi in larga parte) di Bugione. Sicuramente è parte di qualche acquedotto più importante.

APPROFONDIMENTI

RIFERIMENTI CARTOGRAFICI:

– Carta IGM
Zona rappresentata correttamente a meno della conduttura.

– Carta 1:25000 “FORESTE DI LOMBARDIA – VAL GEROLA”
Cima Stavello non indicata neanche come elevazione. Sentiero della condotta dell’acqua indicato come GVO – nessun bollo o indicazione in loco a conferma.

RIFERIMENTI BIBLIORAFICI:

– “Le Valli del Bitto” – A.Savonitto
TRAVERSATA DELLE DIECI CIME itinerario 20 – EEA (?)
…Cima Fraina – Colombana – Bocchetta Stavello…Tutto a fil di cresta. Si sale e si scende per poi salire e poi scendere. Tutto chiaro?

– “Alpi Orobie Over 2000 – Volume 1” – Alessio Pezzotta
ITINERARIO 46 – EE
Monte Colombana preso per cresta dalla Bocchetta di Stavello. “Ripido”, “roccette”, “sella”…Tutte le informazioni fornite sono tranquillamente reperibili dalla normale al Rotondo.

 

Tutti i diritti riservati. Ogni contenuto è originale e di esclusiva proprietà  MNR – Negri “Manara” Raffaele

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